Era una calda mattina del giugno 2011 quando sbarcato a Roma mi sono diretto verso la sede della NBBF per assistere ad uno degli imperdibili seminari di aggiornamento BIIOSystem. Incontrare i miei amici e colleghi é sempre un grande piacere ed una grande emozione ma presenziare agli aggiornamenti del sempre discusso ed osteggiato Claudio Tozzi e’ una vera libidine cerebrale. Quel giorno tutto ci saremmo aspettati tranne quello che poi ci e’ stato detto da Claudio ed il suo staff , nello specifico Roberto Amorosi, Big Man. L’argomento sarebbe stato la Tecnica di esecuzione degli esercizi fondamentali per il BIIO. Un argomento , per noi tecnici, da sempre apparentemente semplice e scontato. Nessuno di noi si aspettava novità particolari,solo qualche perfezionamento. 
Ecco invece la sorpresa nel vederci proposto quello che sarebbe stato croce e delizia dei nostri allenamenti, il nostro incubo ma anche la nostra salvezza articolare e muscolare: il Ventaglio del Pivetta! La particolarità del nome non deve trarre in inganno,non era certo un nuovo modo di dare aria ai nostri muscoli durante gli allenamenti! La settimana successiva al seminario ricordo che il nostro
collega Ferdinando “il macedone” si divertiva ad inseguirci ironicamente su face book, prendendo in giro noi e i nostri tentativi di applicare questa tecnica dalla prima fino all’ultima ripetizione.. Vi ho incuriositi? Vediamo di cosa si tratta. Il biomeccanico che ha studiato in
modo più approfondito i problemi della schiena in relazione con il gesto sportivo è il Dott. Stuart Mc Gill. Egli,partendo dallo studio dei sollevatori olimpici, ha evidenziato che: – Gli atleti in possesso di una maggiore flessibilità erano gli stessi che avevano delle performance maggiori. McGill però si riferiva alla flessibilità non della colonna vertebrale,ma delle anche e delle spalle! Invece proprio coloro che mostravano di avere un minor controllo della colonna durante l’esercizio erano gli stessi poi che subivano più frequentemente infortuni. – Tutti gli sport richiedono un tronco forte e stabile per trasmettere le forze sviluppate negli arti superiori e negli arti inferiori. Cosa suggerisce il Dott. Mc Gill per evitare che si possa incorrere in infortuni della colonna:
- Mantenere sempre le curve fisiologiche della colonna nei suoi angoli anatomici. Le curve hanno la funzione di smorzare i carichi sulle vertebre. Modificare le curve comporta un carico verticale sui corpi vertebrali. Gli studi del dott. Mc Gill hanno dimostrato che in tutte quelle attività sportive in cui sono presenti continue estensioni e flessioni della colonna vertebrale si sono rilevate maggiori patologie della stessa( spondilolisi, spondololistesi,ernie,protrusioni ). Stare ore seduti su una sedia o sul sedile di una macchina pone la colonna vertebrale in una continua inversione della sua curva lordotica lombare con un allungamento dei muscoli estensori della colonna ed un abbassamento della sensibilità dei recettori vertebrali con un conseguente silenzio mioelettrico dei muscoli estensori. Questo è lo stesso motivo per cui il classico stretching sulla colonna vertebrale che siamo abituati a vedere nelle palestre e nei tanti campi sportivi alla lunga porta alle
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drammatiche problematiche legate alla schiena. Annullare, sollevando i piedi durante l’esecuzione degli esercizi in sala pesi, le curve , in particolare quella lombare, è, non solo deleterio ma anche poco educativo. Allo stesso modo , continui e ripetuti esercizi di addominali e di torsioni portano le vertebre a subire delle continue compressioni ed un deterioramento dell’anello fibroso.
- Mantenere sempre durante l’esecuzione degli esercizi la stabilità del tronco .
Quali sono i muscoli responsabili?Erettori spinali,retto del’addome-obliqui addominali-trasverso.. Posteriormente abbiamo i muscoli estensori della colonna (erettori spinali,multifido,lunghissimo e ileo costale) che sono di tipo tonico,cioè hanno una funzione prevalentemente posturale. Più precisamente hanno il compito di evitare slittamenti dei corpi vertebrali svolgendo un azione di contenimento . Se allunghiamo le curve fisiologiche essi perdono questa capacità.
Abbiamo inoltre il Quadrato dei Lombi, altro muscolo stabilizzatore. La sua importanza è tale da compromettere la deambulazione ed il mantenimento della stazione eretta nel momento in cui dovesse rimanere paralizzato. Anch’esso scarica le tensioni sui corpi vertebrali e perde la sua efficacia nel momento in cui vengono meno le curve fisiologiche. Ma non dobbiamo dimenticare il Gran Dorsale .Da sempre considerato solo ed esclusivamente sotto il profilo estetico,in realtà è fondamentale nell’estensione della colonna. Un Gran Dorsale debole è casa di attiva stabilità della colonna con conseguenti problematiche come ernie e protrusioni. Eppure nessun fisioterapista suggerisce mai ai suoi pazienti di rinforzarlo ! Un’attivazione del Grande dorsale durante l’esecuzione di esercizi in cui sia necessario mantenere integre le curve della colonna vertebrale e rendere stabile la stessa è indispensabile. La sua partecipazione in esercizi quali Squat/Stacco/Military press , così come in tanti esercizi a catena cinetica ampia è di tipo isometrico. 
Anteriormente abbiamo una vera e propria cintura da sollevamento , i muscoli della parete addominale, il retto ed gli obliqui. Sono un importantissimo dispositivo di immagazzinamento e ripartizione di energia elastica nei movimenti balistici. Il retto dell’addome funzionalmente parlando non ha la funzione di farci fare dei crunch ma stabilizzano il tronco isometricamente: non abbiamo mai visto prima dell’avvento del fitness ,nel corso della storia , gladiatori,guerrieri,cavalieri della tavola rotonda e , perché no, paleolitici che durante il giorno si fermassero per la strada a fare dei crunch e dei crunch inversi,eppure avevano un addome forte e scolpito! 
Ed eccoci dunque al famoso Ventaglio del Pivetta,ovvero l’importanza dell’adduzione della scapola nella stabilità della spalla e della colonna. 
La scapola fa parte della complessa articolazione della spalla e a sua volta si muove all’unisono con clavicola e sterno. In realtà il movimento della scapola in rotazione/elevazione/adduzione/abduzione condiziona non solo la spalla ma anche , l’assetto della colonna vertebrale. In che modo? Una scapola abdotta porta la testa dell’omero in intrarotazione e questo di conseguenza condiziona il giusto posizionamento delle curve della colonna vertebrale oltre che ad allungare i muscoli della cuffia dei rotatori infiammandoli ed indebolendoli. Di conseguenza non solo avremo , prima o poi, quella che viene chiamata “sindrome da conflitto sub-acromiale”, ma avremo dei gesti tecnici con un assetto delle curve non appropriato. Il Ventaglio del Pivetta ci insegna ad addurre le scapole durante l’esecuzione di ogni esercizio in sala, mantenendo l’adduzione scapolare durante tutta l’esecuzione dell’esercizio. In pratica è necessario cambiare tutto ciò che sino ad adesso si è fatto in palestra. Incominciare a pensare al corpo umano , non come entità separate e quindi da allenare distretto per distretto, come ci hanno insegnato i vari Mr. Olympia, ma come un unica entità in cui un anello debole rende fragile tutto il resto. La scapola assume , pertanto, un importanza fondamentale nell’assetto vertebrale. Un suo spostamento in avanti durante l’esecuzione degli esercizi determina una compensazione negativa delle curve con un coinvolgimento poco fisiologico e biomeccanicamente errato della colonna vertebrale. Come si esegue: in piedi o seduto posizionare le braccia lungo i fianchi,sollevare l’avambraccio ad angolo retto con il braccio. Da questa posizione portare il petto in avanti ed extraruotare la spalla attraverso un adduzione delle scapole. L’adduzione della scapola consente disalvaguardare la delicataarticolazione gleno-omerale..ma porta anche a mantenere contratto il gran dorsale ,proteggendo così la schiena da eventuali alterazioni delle sue curve fisiologiche.Quindi “pivettando” ,per usare un simpatico neologismo tanto caro ai tecnici NBBF,abbiamo garantita la massima sicurezza di esecuzione e minimizzato la possibilità di rischi per la nostra colonna,rischi che sono sempre in agguato quando si maneggiano carichi molto elevati. Nel prossimo articolo vedremo le esecuzioni dei principali esercizi partendo dal Ventaglio del Pivetta.
